La Chiesa dell’Intercessione della Madre di Dio a Kizhi – Carelia
La Chiesa dell’Intercessione della Madre di Dio – (Церковь Покрова Пресвятой Богородицы), Kizhi La Chiesa dell’Intercessione della Madre di Dio è stata costruita accanto a quella della Trasfigurazione mezzo secolo dopo e integra il paesaggio confrontandosi con quella della Trasfigurazione, che le risponde come un’eco alla sua esclusiva architettura in legno, una soluzione architettonica per superare la solitudine originale in un insieme organico con la moltitudine pittoresca delle cupole della Chiesa della Trasfigurazione. La Chiesa è costruita a forma di rettangolo allungato, con una parte pentaedrica dell’altare a est e rientra nella categoria delle Chiese a “ottagono sul cubo” nota anche come “pianta navale” con le sue dieci cupole tipiche dell’edilizia ecclesiastica ortodossa che si corona con una cupola a padiglione. La prima costruzione risale al 1694, purtroppo distrutta dopo un incendio, è ricostruita nel 1764. L’altezza della chiesa è di 26 m, la lunghezza totale è di 32 m, la larghezza è di 8 e gli architetti progettisti, rimasti sconosciuti, usarono materiali di legno diversi come: il pino, il pioppo tremolo e lo screening della chiesa ha dimostrato che essa fu restaurata diverse volte, probabilmente tre. Nel XIX° secolo entrambe le chiese del Pogost di Kizhi furono ricoperte da sottile assi di legno, mentre le grandi tegole di legno lavorato delle cupole (lemech) furono sostituite con la lamiera di ferro per tetti. I restauri sono stati fatti in modo di riacquistare l’aspetto e la bellezza originaria delle cupole. La Chiesa dell’Intercessione della Madre di Dio è inclusa nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO di “Kizhi Pogost” il Parco naturale voluto dal Governo russo, ed è un sito del patrimonio culturale della Federale Russa.
La falegnameria della Carelia tra mestiere e tradizione
Le tradizioni del mestiere di falegnameria in Carelia. Le tradizioni dell’architettura in legno sono una tradizione antica che si tramanda da generazione in generazione, dal padre al figlio, dal maestro all’allievo. Il primo e forse l’unico strumento del falegname era ed è l’ascia, l’ascia è servita per costruire chiese, cappelle, Izbe (le case di legno), mulini, fucine, ponti, granai, bagni ed altro e sino al XIX secolo la squadra dei falegnami si limitava ad usare solo l’ascia e attenzione avevano, anche gli altri strumenti come: scalpello da falegname, l’ascia retta, il trivellino, la sega, però gli artigini e soprattutto i “mastri” usando l’ascia erano sicuri che una cosa fatta di legno durava per secoli, perché solo così non si rompeva la struttura del legno! Ogni falegname aveva la propria ascia con il manico intagliato sulla sua mano, un antico modello ergometrico. La base di ogni costruzione in legno è la struttura portante: lo srub. Lo srub viene assemblato dalle travi, posti in fila in modo orizzontale, ogni ordine si chiama corona venec. Nell’elevare lo srub di qualsiasi altezza non venivano usati i chiodi e questa è una caratteristica unica e un’antica tradizione, infatti nel corso di un’esperienza secolare dell’arte di falegnameria, sono state escogitate fino a cinquanta tecniche di congiunzione degli elementi in legno. Il procedimento più diffuso era il taglio “ad bio“, ossia rotondo, in questo modo venivano tagliati degli incavamenti corrispondenti alla trave, questo modo di tagliare la trave lasciava all’estremità delle parti un finale, che nelle chiese e nelle Izbe dava una particolare caratteristica artistica. I falegnami usano, anche un altro tipo della giuntura delle travi, più complesso detto “a spina”, questo procedimento è comodo per eseguire un possibile rivestimento dello srub. Una delle manifestazioni più notevoli di abilità artistica dei falegnami di Carelia è la decorazione decorativa delle case contadine, come ad esempio gli elementi di decoro delle case ( le figure intagliate delle finestre, le tavole traforate, veri merletti che fanno intravedere il cielo e le sagome del colmo del tetto. L’esperienza pluriennale dei maestri della zona non è stata dimenticata, ma viene tutt’ora tutelata, in queste terre le tradizioni degli artigiani falegnami sono operative anche ai giorni d’oggi. Trasmettendo le loro conoscenze, da persona a persona da maestro ad allievo, da padre in figlio i famosi falegnami di Kizhi hanno conservato per i posteri le miracolose opere in legno e aiutano a salvaguardare quelle antiche e a costruirne di nuove.
Alla scoperta dell’isola di Kizhi, Repubblica di Carelia
L’isola di Kizhi si trova sul lago Onega ed è un enorme museo a cielo aperto della cultura contadina tradizionale del nord della Russia e rappresenta uno dei simboli più famosi della Russia dopo il Cremlino di Mosca e l’Ermitage di San Pietroburgo e dal punto di vista turistico entra di diritto nel famoso itinerario sul territorio nordico della Russia il così detto “Anello d’argento” per distinguerlo dall’altro importante itinerario turistico “Anello d’Oro” e possiamo ben dire che vale la pena di andarlo a vedere! Dopo la visita di magiche atmosfere di San Pietroburgo, potete prendere il treno (veloce o uno notturno) per la città di Petrozavodsk che si trova a 400 km dal San Pietroburgo. La città di Petrozavodsk è la capitale della Repubblica di Carelia ed è il luogo perfetto per avere un assaggio delle bellezze della regione dove i paesaggi della Carelia, nel Nord-Ovest della Russia, ben evidenziano la natura nordica, maestosa e silenziosa rappresentata dai grandi laghi, le foreste selvagge e incontaminate, i fiumi e l’affascinante architettura di legno che risale al Settecento. La città fu costruita nel 1730 da Pietro I il Grande intorno ad una fabbrica di armi utilizzata per rifornire le truppe russe durante la guerra contro la Svezia, da qui il nome della città: Pietrozavodsk, che significa letteralmente “Fabbrica di Pietro”. Oggi la città con due università, vive un’atmosfera giovanile, mentre la vicinanza con il confine finlandese le conferisce un tocco europeo. Il Museo delle Belle Arti della Carelia è uno dei luoghi da visitare, il museo vanta una discreta collezione di icone, a partire dal inizio XVI secolo, tra cui rare icone dei “vecchi credenti” (seguaci di antiche tradizioni ortodosse, che rifiutarono innovazioni teologiche volute da riformatori della Chiesa ortodossa nel XVII° Sec) e alcuni esempi colorati di ricami locali e conocchie dipinte, nonché alcuni capolavori dei migliori pittori russi del XIX secolo. Anche l’arte del periodo sovietico è ben rappresentata, in particolare, dai pittori della “Scuola di Leningrado”. Il Museo mette in risalto, anche la natura e la storia della zona, esponendo i tradizionali sci di legno, ciotole preistoriche o cimeli delle campagne militari di Pietro il Grande. La visita alla Cattedrale di Alksandr Nevskij – un principe medievale, ora santo ortodosso, compare in diverse delle icone scintillanti custodite all’interno, mette il visitatore nell’atmosfera religiosa degli ortodossi, l’edificio in stile neoclassico risale al 1832. Ma la vera occasione del viaggio è arrivare sulla meravigliosa isola di Kizhi dichiarata il Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, che fa parte delle 40 isolette dell’Arcipelago Chardonian che si trova nel Golfo del Lago di Onega. L’aliscafo che parte dal porto dei traghetti della città di Petrozavodsk , da maggio a settembre in un’ora e mezza arrivano a “Kizhi Pogost“. Kizhi si presente con monumenti architettonici unici, oggetti artistici e per la casa, che ripropongono tre secoli di arte del legno, infatti i villaggi russi, careliani e veppsiani presenti in varie regioni della Carelia, nelle province di Olonets e Arkhangelsk fino al tardo XIX secolo, hanno prima restaurato abitazioni antiche e dopo le hanno riprodotte seguendo schemi, tecniche e materiali antichi e l’isola si mette in mostra con diversi villaggi residenziali, dove molte case sono anche monumenti di architettura in legno. La perla del pogost di Kizhi è l’insieme architettonico delle chiese e tra queste ci sono le più antiche chiese in legno sopravvissute nel territorio di Nord della Russia: la Chiesa della Trasfigurazione del Signore e la Chiesa dell’Intercessione della Madre di Dio, la Chiesa della Resurrezione di Lazaro del Monastero di Murom. Le chiese dell’isola sono state costruite nel corso dei secoli con tronchi di pino silvestre, ricoperte con assi di abete rosso e sormontate da una cascata di cupole in pioppo tremulo. Il metodo di costruzione tradizionale non comporta l’uso di chiodi, ma semplicemente l’abile accostamento di tronchi intagliati con precisione. Non perdete il momento a ascoltare la sinfonia delle campane delle chiese di Kizhi, è un fenomeno acustico unico nel suo genere, si dai tempi antichi c’erano nei villaggi delle cappelle costruite nelle vicinanze delle chiese parrocchiali e il suono delle loro campagne, riflesso dalla superficie dell’acqua si diffondeva lontano, e al suono di una rispondevano i campanili delle altre comunità e dava vita ad un concerto sonoro che è un unicum nell’ambito della musica, una specie di “codice”musicale della provincia di Kizhi. Da non perdere la visita al Museo statale all’aria aperta di architettura in legno di Kizhi, iniziato nel 1951, è un complesso di chiese, casette, mulini a vento e ad acqua, fucine, stalle, torri campanarie e saune russe, inseriti in una splendida cornice naturale. Il turista potrà assaporare alcuni piatti tipici della cucina nordica, infatti la cucina nazionale careliana è una sorta di simbiosi tra la vecchia cucina russa e quella finladese, la Carelia è famosa per i suoi fiumi e i suoi laghi, pertanto aspettatevi di trovare numerosi piatti a base di pesci d’acqua dolce, come la versione locale del piatto più popolare della cucina russa l’Ucha (una zuppa di pesce) che tutti gli ospiti si concedono che ha il nome “Kalaruokka” Il segreto della zuppa di pesce della Carelia prevede: cinque minuti prima che il pesce sia pronto, il brodo di pesce viene passato attraverso uno spesso strato di carboni di betulla. A differenza della zuppa di pesce russa, la “Kalaruokka” è leggermente meno chiara include il pesce fresco e essiccato, uova, muschio islandese, ma anche farina di segale, germogli di betulla. Se la preparazione di questo piatto vi sembra molto esotico potete assaggiare il tradizionale stufato di pesce bianco che nei menu dei ristoranti si chiama “Kalakeitto” o pure una zuppa di salmone con la panna, già chiamata “Lohikeitto“. La cucina nazionale della Carelia è un esempio di cibo sano con molti piatti di verdure e vari cereali, qui non è ancora uso mangiare i dolci, ma ci sono molte varietà di frutti di bosco, bacche selvatiche che vengono consumate in abbondanza (fresche nella stagione della raccolta e essiccate o congelate in inverno). La
Carelia – La Chiesa dellaTrasfigurazione del Signore a Kizhi
La Chiesa dellaTrasfigurazione del Signore (Церковь Преображения Господня), Kizhi È uno dei capolavori assoluti dell’architettura lignea della Russia, infatti la Chiesa dell’Intercessione con le sue 22 cupole e il suo campanile ottagonale costruito in uno stile architettonico di una volta che è diffuso in tutta la Russia settentrionale e in alcune parti della Scandinavia. La Chiesa della Trasfigurazione è il simbolo dell’isola di Kizhi, che si trova in Carelia, nella parte nord-occidentale a circa 380 chilometri in linea d’aria da San Pietroburgo. Costruita nel periodo dal 1694 al 1714 dai maestri carpentieri del luogo con tronchi di pino silvestre e con il contributo dei credenti, ricoperta con assi di abete rosso e sormontate da una cascata di cupole in pioppo tremulo. La chiesa non ha fondamenta ed è posta su un strato di pietra, rimasto dalla chiesa precedente bruciata dal un fulmine. La Chiesa è stata costruita con il metodo di costruzione tradizionale così detto blockbau, molto diffusa nella Russia settentrionale, tecnica che comporta l’abolizione dell’uso di chiodi, ma l’abile accostamento di tronchi intagliati con precisione. Il corpo centrale della Chiesa è costituito da un ottaedro raccordato ad una croce greca e al di sopra si elevano due prismi ottagonali più piccoli e alla sommità del più alto di essi la più grande delle 22 cupole a bulbo dell’edificio. L’iconostasi è disposta su quattro livelli ed è formata da 102 icone, la datazione della cornice dell’altare è incerta: seconda metà del XVIII secolo – inizio del XIX secolo, due di loro corrispondano dal XVII secolo. La chiesa è alta da 37 metri, lunga a 29, larga 20,6 metri e comprende 442 metri quadri. Alla fine del 1992 l’UNESCO ha inserito la Chiesa della Trasfigurazione nell’elenco delle opere d’arte che necessitano di restaurazione urgente. A partire dal 2014 nella chiesa sono iniziati i lavori di restauro. Questi termineranno con la ricostruzione storica del monumento, dei suoi interni e del l’iconostasi. Lo scopo del restauro è la conservazione del maggior numero di materiali storici possibile, assicurando la stabilità e la solidità degli elementi costruttivi il lavoro di restauro della Chiesa terminerà entro l’anno 2020.
CARELIA: La Chiesa della Resurrezione di Lazaro del Monastero di Murom
La Chiesa della Resurrezione di Lazaro del Monastero di Murom (Церковь Воскрешения Лазаря) La chiesa è il monumento più antico non solo dell’isola Kizhi, ma di tutto il Nord della Russia. Sembra un’architettura in miniatura, tanto sono piccole le sue dimensioni, ma nello stesso tempo affascinano le sue forme armoniche ed eleganti. La sua altezza è di 7,1 m, la lunghezza è di 8,8 m, la superficie totale è di 4,9 m², composta da tre strutture di misure differenti con la parte adibita al culto coronata da una piccola cupola con la croce coperta da vomere. La leggenda narra che la chiesa, considerata miracolosa dalla popolazione locale, capace di far guarire da ogni malattia, fu eretta dal monaco Lazaro, fondatore del monastero di Murom, che si trova sulla riva orientale del lago Onega e che visse 105 anni. Nel 1887 sopra la chiesa fu costruita una sorta di Cappella-ossario per conservare i resti del Santo Lazaro e rimase una testimonianza unica nel genere dell’arte dell’edilizia in legno e nel 1960 la chiesa fu trasportata sull’isola di Kizhi e ristrutturata. Nella chiesa si è conservata l’iconostasi originale, composta da 17 icone del XVI – XVIII secoli. Esso rappresenta il tipo più vecchio di iconostasi con due ranghi: quello locale e della (un tema iconografico cristiano di matrice culturale bizantina, molto diffuso nel mondo ortodosso, presente nel registro centrale delle iconostasi).
Isola Kizhi nella Repubblica di Carelia
L’Isola di Kizhi nella Repubblica di Carelia La nascita dell’isola ha una storia interessante e risale a circa 10.000 anni fa ala fine del periodo della glaciazione quando la crosta terrestre ha cominciato ad innalzarsi. Nel periodo compreso tra i 7 e i 2 mila anni fa si verificarono nel territorio della Carelia (Карелия) devastanti terremoti che arrivarono ai 12 gradi della scala Richter provocarono l’abbassamento dell’acqua del lago di Onega, dando inizio alla formazione della futura isola di Kizhi. Risale a circa 7-6 mila anni fa la cima del Monte Nar’ina, mentre tra i 4-3 mila anni apparve un insieme di sei piccole isole, mentre stava già nascendo un’altra isola, Volkostov e occorsero ancora 2500 anni affinché queste 6 isolette diventassero un’isola lunga 8 km e larga 1,5 km, facendo nascere uno dei più incantevoli luoghi del Nord della Russia: Kizhi. L’Isola di Kizhi è conosciuta in tutto il mondo per la presenza di un insieme di chiese in legno, cappelle e case che rappresentano dei veri e preziosi gioielli architettonici: unici. Dal 1966 grazie alla costituzione del Museo-riserva “Kizhi”, questa isola è diventata un santuario ecologico e faunistico e un prezioso luogo di memorie artistiche ed etniche. I monumenti in legno presenti a Kizhi sono più di 80 e comprendono case, mulini, saune, fucine, granai e fienili sia di fattura antiche, quelli moderni hanno mantenuto i vincoli di costruzione, i materiali e le tecniche antiche e si possono ammirare tutta le ricchezza multiforme delle antiche costruzioni rurali. Ogni casa ospita al proprio interno oggetti di uso comune, dal vasellame agli strumenti di lavoro, mobili e persino vestiti, tutti risalenti al XIX secolo. Il Museo “Kizhi” è un museo unico nel suo genere, dedicato alla cultura contadina e all’architettura in legno della Russia settentrionale. L’autentico gioiello della collezione museale è rappresentato dal Complesso architettonico del Pogost (insiediamento nella lingua antica russa) di Kizhi, costruito fra il XVIII- XIX secolo dai maestri carpentieri del luogo e rappresenta una concreta testimonianza delle nascita e dell’evuluzione della cultura di carpenteria, unico complesso architettonico in legno, classificato 1990 dall’Unesco: “Patrimonio dell’Umanità”.