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Mostra permanente “Icone Russe” agli Uffizi a Firenze

Firenze, il 2 gennaio 2022, a Palazzo Pitti, nella Galleria degli Uffizi, è stata inaugurata la mostra permanente “Museo delle Icone Russe” in quattro grandi saloni appena restaurati. Per la prima volta viene presentata una collezione storica e unica per valore artistico di 78 icone russe, che si è formata in oltre due secoli, tra il XVIII° e il XIX° secolo, raccolto dai rappresentanti delle dinastie regnanti di Firenze: prima i Medici, poi i Lorena. Presumibilmente le icone, furono portate a Firenze insieme ad altre merci, da mercanti russi arrivati via nave a Livorno, che allora era il principale porto della Toscana. Questa ipotesi è suffragata dal fatto che molte di queste icone sono di piccole o medie dimensioni, il che significa che erano destinate all’uso domestico e familiare, oppure erano quelle che i viaggiatori portavano con sé. Tuttavia, non si può escludere che alcune icone siano state inviate ai governanti toscani da rappresentanti della Corte russa, visti i crescenti legami commerciali e culturali tra Russia e Italia di quel momento. Questa collezione degli Uffizi è la prima collezione ordinata cronologicamente di pitture di icone russe, ucraine e bielorusse al di fuori della Russia. Questa preziosissima raccolta rimase a lungo proprietà privata dei Granduchi di Toscana e solo una volta, alla fine del Settecento, le icone furono esposte per un breve periodo nelle sale della Galleria degli Uffizi come esempi di arte bizantina. Le più antiche icone russe presentate al Museo degli Uffizi sono state create nei secoli XVI°-XVII° e risalgono alle iconografie dell’Armeria del Cremlino di Mosca e a quelle successive, quando la corte reale si trasferì da Mosca a San Pietroburgo. Gli artisti sono i Maestri delle scuole di Kostroma, Yaroslavl e di altre città del Volga, che seguivano i modelli di Mosca. Tra le icone appartenenti alla famiglia dei Medici: l’immagine di Santa Caterina d’Alessandria (1693-1694), creata nella bottega dell’Armeria; La Madre di Dio di Tikhvin (1728) e l’icona “In Te si rallegra ogni creatura”(1575-1600). Tra le opere più pregiate della collezione, da segnalare i due pannelli che compongono il Menologio (1730 – 1750), il calendario delle festività religiose ortodosse divise per semestri: ogni pannello si compone di venti file orizzontali con scene sacre e figure di santi, ciascuna identificata da un’iscrizione La mostra virtuale, intitolata La Luce del Sacro: Icone russe a Palazzo Pitti, è disponibile anche sul sito della Galleria degli Uffizi L’etichettatura dei reperti è realizzata non solo in italiano e inglese, ma anche in russo.  

La città di Rostov Velikij: uno dei simboli più rinomati del turismo in Russia

Rostov Velikij (Grande) è una delle più antiche città russe, tanto da gareggiare nel passato, per fama e ricchezza con le città di Novgorod e Kiev, e riconosciuta come un importante centro spirituale e culturale, quando Mosca non esisteva. Situato a 186 km a nord-est di Mosca, sulle rive del Lago Nero, oggi è una piccola e accogliente cittadina della Regione di Jaroslavl e una delle più visitate nel percorso turistico dell’“Anello d’Oro”. Rostov viene menzionata per la prima volta nell’ 862 nel libro “Racconto degli anni passati” (Povest’ vremennych let), ritenuto dagli storici una preziosa testimonianza del passaggio dall’epoca patriarcale a quella feudale della Russia e questa data è stata fissata come la fondazione ufficiale della città. La leggenda sostiene che il suo fondatore era un Principe di nome Rost che diede il suo nome alla città. Nel 1207 si affermò il Principato indipendente di Rostov riconosciuto come uno dei principati più ricchi e anche importante centro del nord-ovest delle terre russe, con in grado di reclamare il trono di Kiev. Alcuni storici fanno risalire a quell’epoca l’aggiunta al suo nome originario “Velikij” che significa “Grande”. Nel 1474 fu acquisita dal Granducato di Mosca, mentre lo status di città lo ebbe nel 1777. La città è un’autentica miniera dell’antica architettura russa e per questo motivo è sempre stata tutelata per difendere il patrimonio culturale architettonico li presente. Nel 1970 la città di Rostov Velikij è stata inclusa nell’elenco delle città storiche della Federazione Russa. La città di Rostov Velikij è ufficialmente candidata per rientrare nei Patrimoni dell’Umanità nominati dall’Unesco, per la corposa presenza  di ben 326 monumenti culturali sul territorio, di cui un terzo sono già monumenti di importanza Federale rappresentate dalle pregevoli Chiese, Monasteri e dal suo splendido Cremlino!   La Chiesa dell’Ascensione del Signore (1566) La Chiesa dell’Ascensione del Signore è è una delle chiese più antiche di Rostov, costruita nella seconda metà del XVI° secolo per ordine dello Zar Ivan il Terribile, sul luogo di sepoltura del Santo Isidoro il Beato, pertanto la chiesa è conosciuta anche come Chiesa di San Isidoro Benedetto. La chiesa fu costruita dall’architetto Andrej Maloij sulla tradizione architettonica delle chiese moscovite della prima metà del XVI° secolo. Nel 1572, nella Chiesa fu installata una Porta reale, che si differenziava dalle altre, perché composta da piccole icone scolpite e oggi visibile nel Museo di Rostov, mentre le pareti non furono dipinte, rappresentando, per gli abitanti una novità insolita, ma questa era stata una decisione del suo architetto. Solo nel 1720, i fratelli Ikonnikov , maestri della scuola di pittura di Jaroslavl, dipinsero le pareti e poiché nel tempo la prima iconostasi della chiesa fu perduta, sulla  parete frontale realizzarono una “iconostasi di pietra“, sopravvissuta fino ad oggi con lievi danneggiamenti. L’importanza di questo tipo di iconostasi è dovuta alla riproposizione del modello delle antiche chiese bizantine e questo particolare rese famose le chiese di Rostov nel periodo del XVII° secolo. Nel 1930 la chiesa fu chiusa e passò sotto la giurisdizione del Museo di Rostov. Solo dal 2002 sono ripresi i servizi religiosi nella chiesa.   Il monastero di Spaso-Jakovlevskij (1389) Il Monastero di Spaso-Jakovlevskij (1389) è uno dei luoghi più interessanti di Rostov Velikij, fondato nel 1386 dal vescovo di Rostov Giacomo, si trova vicino al lago Nero, a circa 20 minuti di passeggiata dal Cremlino. L’ edificio più antico del Monastero, sopravvissuto sino ad oggi è la Cattedrale della Concezione di Santa Anna, costruita nel 1686 in onore di San Giacomo (il primo dei Vescovi di Rostov). Nel 1689, il tempio fu dipinto dagli artisti artigiani di Jaroslavl e anche oggi i dipinti alle pareti della Cattedrale della Concezione rappresentano uno dei monumenti più preziosi della pittura ad affresco di Rostov. Nel 1760, nella cattedrale della Concezione fu collocata un’iconostasi in legno intagliato realizzata dai maestri artigiani S. Sholomotov e S. Bocharov e nel 1780, il pittore di icone di  V. Vederskij dipinse le icone di questa iconostasi. Sul territorio del monastero si trova, anche la Cattedrale Dimitrievskij, costruita nel 1795/1801 in stile classicismo e oggi è la Chiesa principale del monastero, situata di fronte alla chiesa di San Giacomo è da notare la somiglianza architettonica esterna dei due templi motivata dalla necessità di confermare il ruolo che i vescovi di Rostov Giacomo e Demetrio, ebbero  nella costruzione del Monastero. All’interno si possono vedere i ricchi stucchi e dipinti della fine del XVIII° secolo, e l’iconostasi del 1869/1870. I monaci accolgono calorosamente gli ospiti e accompagnano le escursioni intorno al complesso del monastero e accettano volentieri una piccola donazione puramente simbolica, i turisti possono salire sulla torre, che offre una magnifica vista sulla città e sul Lago Nero e la Chiesa della Trasfigurazione del Salvatore (1600), unico edificio superstite di un altro monastero del XIII° secolo, da tempo la Chiesa è chiusa e si può vederla solo dalla torre.   Il Monastero dell’Epifania Avraamiev (1261) Il Monastero dell’Epifania Avraamiev era uno dei monasteri più antichi non solo di Rostov e della diocesi di Jaroslavl, ma anche della Russia. La leggenda dice, che il Monastero fu fondato nell’XI° secolo e fu menzionato per la prima volta in una cronaca nel XIII° secolo. La sua fondazione risale al periodo della diffusione della fede cristiana in Russia e come molti monasteri medievali russi, aveva l’aspetto di un fortezza, ma per questo monastero le mura sono andate perdute. L’edificio più antico del monastero è la Cattedrale dell’Epifania, eretta da Ivan il Terribile nel 1555 in onore della presa di Kazan, nel 1561, sempre per onorare questo evento, sulla Piazza Rossa di Mosca fu eretta la Cattedrale di San Basilio il Beato. Sfortunatamente, oggi la Cattedrale è attualmente in condizioni critiche, le autorità religiose e civili stanno tentando un recupero e per questo motivo la Cattedrale è chiusa ai visitatori e non è possibile ammirare gli affreschi del 1736 che sono conservati all’interno.   Una passeggiata per Rostov Velikij garantisce al turista di apprezzare le altre opportunità che la cittadine mette a disposizione del turista

Antipasti di Natale proposti dalla cucina Russa

Problemi con gli antipasti di Natale? Ecco un aiuto di Ciao Italia Russia per trovare una gustosa soluzione Ricette originali russe della tradizione BARCHETTA CON IL CAVIALE RICETTA RUSSA – CREPS CON CAVIALE E SALMONE POMODORI RIPIENI FORMAGGIO E AGLIO MIMOSA, INSALATA RUSSA DI PESCE VINIEGRET COCKTAIL DI SALMONE E FUNGHI ARINGA MARINATA CON ERBA CIPOLLINA Buon Natale! С Рождеством!

Il nuovo Museo d’arte moderna a Mosca 

Il 4 dicembre, 2021 a Mosca si è svolto l’evento culturale più atteso l’apertura del nuovo Museo d’Arte e cultura moderna firmato da Renzo Piano il “GES-2”. Questo nuovo spazio dedicato  alla cultura moderna , ha aperto le sue porte ai visitatori, e diventerà sicuramente uno dei principali luoghi di attrazione, non solo per i moscoviti, ma per tutti gli ospiti della capitale russa, provenienti da tutto il mondo. “GES-2″ è una ex stazione elettrica che forniva energia per la città di Mosca a due passi dal Cremlino, sull’argine Sud dell’isola Balchug, incastonata tra i due bracci del fiume Moscova. L’edificio di “GES-2” fu costruito sul terrapieno Bolotnaya, al civico 15 nel 1907 su disegni dell’architetto Vasilij Bashkirov e dall’ingegnere Mikhail Polivanov, un edificio di 4 piani sopra terra e 2 piani sotterranei. Nel 2009 l’edificio ottenne lo status di monumento architettonico e nel 2014 è stato acquisito dalla Fondazione VAC per l’Arte Contemporanea (Fondazione d’arte contemporanea “Vittoria”), che ha permesso di iniziare il nuovo percorso completamente innovativo e con una storia inaspettata. La stazione, che da quasi un secolo forniva energia alle infrastrutture cittadine, si è trasformata in un nuovo tempio dell’arte contemporanea russa di livello internazionale. Per attuare questa idea innovativa, la Fondazione si è rivolta allo Studio dell’architetto Renzo Piano e agli architetti è stato affidato un compito piuttosto impegnativo: preservare i dettagli storici dell’edificio, ricreando allo stesso tempo lo spazio per nuove funzioni. L’archistar Piano, ha voluto mantenere il più possibile l’edificio nella forma in cui era nato nel 1907, tenendo conto il più possibile del suo valore storico. La principale soluzione innovativa del progetto è un tetto in vetro, che non solo consente alla luce di entrare nell’edificio, ma funge anche da supporto per i pannelli fotovoltaici che saranno in grado di fornire elettricità all’ex “GES-2”. Sull’area della nuova casa della Cultura moderna, di circa trentanovemila metri quadrati, sono presenti una biblioteca, un cinema, una sala concerti e un ampio spazio per ospitare mostre di arte contemporanea, nonché eventi vari, dei laboratori e spazi per festival e conferenze. La nuova struttura “GES-2” collaborerà con la Galleria   Tret’jakov, il Museo Pushkin e il Museo di d’Arte  Contemporanea “Garage” , formando il Gruppo “Museum Four” (“M4″). L’evento chiave della prima stagione del «GES-2” sarà la performance “Santa Barbara” dove per cento giorni, l’artista islandese Ragnar Kjartansson, insieme alla regista Asa Helga Kjörleifsdottir e a una troupe cinematografica moscovita, girerà una edizione russa dell’omonima serie “Santa Barbara”, dove i visitatori saranno parte delle riprese insieme agli attori. Ragnar Kjartansson curerà un’altra mostra intitolata “A Mosca! A Mosca! A Mosca!”, in cui l’artista costruisce un dialogo tra le sue opere e le opere di altri autori russi e stranieri.   L’ingresso è gratuito.  

Ricetta russa: Zuppa piselli secchi con carni affumicate

  Гороховый суп с копчёностями (Gorokhovij sup s kopchonostyami) Zuppa di piselli secchi con carni affumicate Quando rimane un po’ di prosciutto e di salame in frigo è il momento di cucinare una appetitosa zuppa di piselli secchi con l’aggiunta di carni affumicate (гороховый суп с копчёностями), questo è il piatto che i russi gustano nella stagione fredda, vi suggeriamo di provarla, perché soddisfa anche i palati più attenti e a proposito fate come i russi preparate dei crostini croccanti al gusto di aglio da utilizzare con la zuppa.   Difficoltà :                             Reperibilità  alimenti:         Ingredienti: Acqua – 1,5 l Prosciutto crudo, prosciutto cotto, salumi, pancetta in tutto – 500 g Piselli secchi spezzati – 170 g Patate – 3 pz Carote – 1 pz Cipolle – 1 pz Olio d’oliva – 2 cucchiai Peppe nero – 5 pz. Foglia di alloro – 2 pz. Sale qb Per servire: Prezzemolo fresco – 10 g   Per i crostini: Pane – 130-150 g Olio d’oliva extravergine – 30 ml Aglio – 2 spicchi   Preparazione: Mettete a bagno i piselli spezzati in acqua fredda per 1-2 ore. (Se usi piselli secchi interi, lasciali in ammollo durante la notte.) Versate l’acqua in una casseruola, mettere a bagno i piselli e iniziate a cuocere a fuoco medio. Tagliate a cubetti piccoli tutti gli ingredienti che compongono questa zuppa. Scaldate l’olio in una padella e soffriggete le cipolle e le carote per circa 5 minuti. Aggiungete ora i prodotti di carne scelti  e continuate la cottura fino a doratura. Quando i piselli saranno morbidi (dopo circa 30 minuti), aggiungete nella pentola le patate, e dopo 5 minuti le verdure fritte con i prodotti di carne già cotti nella padella. Condite la zuppa con alloro e granì di pepe nero. Cuocere la zuppa a fuoco basso finché è tenera. Attenzione, poiché per la zuppa utilizziamo carni affumicate, quando aggiungi il salefatelo con moderazione. Spegnete il fuoco e lasciate la zuppa coperta per almeno 15 minuti.   Per i crostini:  Potete comprare le crostini tipo Crik Crok o pure preparateli dà vuoi. Per la preparazione potete utilizzare pane che avanza di ogni tipo: da quello casareccio, alle baguette, al pan bauletto. Eliminate la crosta dalla pagnotta (o dal pane) e tagliate la mollica a cubetti. Sbucciate e schiacciate l’aglio con la parte piatta di un coltello. Scaldate l’olio extravergine in una padella e soffriggere l’aglio per mezzo minuto, facendo attenzione che l’aglio non deve rosolare troppo, poi togliete l’aglio dalla padella. Mettete i cubetti di pane nell’olio aromatizzato e friggete per 3-5 minuti, mescolando continuamente, fino a doratura. Mettete i crostini su un piatto e lasciateli raffreddare. Servite la zuppa cospargendo ogni porzione con prezzemolo tritato e con crostini di pane.   Приятного аппетита!! (Priiatnogo appietita) Buon appetito!

Il Cremlino di Rostov è una fiaba russa

  Il Cremlino di Rostov è uno dei più belli della Russia, le cupole a cipolla delle sue chiese, le torri e le mura in pietra bianca sono una rappresentazione visibile dell’iconografia delle fiabe russe descritte dal poeta Pushkin. La storia del Cremlino di Rostov iniziò quando una parte della antica popolazione ugro-finnica arrivò in questi luoghi e fondò un insediamento erigendo in questo sito un’enorme figura in legno del dio pagano Veles, solo nei secoli X°-XI°, attraverso le tribù slave che conquistarono queste terre conobbero la fede cristiana. L’attuale Cremlino, dalle mura possenti fu costruito nel periodo tra il 1650-1680 con l’obiettivo di dimostrare la forza dell’autorità spirituale e non per proteggersi dai nemici, infatti non c’era più necessità di difendersi con delle fortezze, l’aspetto possente delle sue mura è probabilmente solo un’idea architettonica per rappresentae la potenza, l’importanza della città. Le porte d’ingresso sono troppo larghe e le torri hanno le finestre, che in caso di minaccia non potrebbero reggere un assalto, infatti fu costruita come una residenza dall’autorità religiosa di Rostov, dal Metropolita Iona III°. Il progetto della residenza ipotizzava la riproposizione di un luogo mistico con chiese, palazzi e un giardino che ricordasse quello dell’Eden e con un laghetto, al centro del complesso, immagine speculare del Lago Nero che si trova al di fuori delle mura. L’architetto Pyotr Dossaev, non solo riuscì a soddisfare il sogno del Metropolita Iona, di creare una “città del paradiso”, ma riuscì a raggiungere un armonioso complesso architettonico con la preesistente presenza della Cattedrale della Dormizione. L’intero complesso è circondato da mura con 11 torri collegate con gallerie e passaggi che creano un collegamento con tutti gli edifici, questo permetteva al Metropolita  di muoversi nella sua residenza non mettendo i piedi sul terreno “peccaminoso” degli uomini. Gli studiosi d’arte hanno identificato, nelle tre zone importanti del complesso, quattordici distinti monumenti sopravvissuti fino ad oggi: la Piazza della Cattedrale, la Corte del Vescovo e il Giardino del Metropolita.   La Cattedrale della Dormizione (1508—1512) Al centro della piazza più grande sorge l’Uspenskij Sobor, la Cattedrale della Dormizione, il più antico edificio del complesso del Cremlino, costruito intorno al 1450 è la quinta Chiesa costruita su questo sito, la prima chiesa in legno fu eretta nel 991 durante il regno del Principe Vladimir e fu fondata in onore del battesimo dei cittadini, mentre la prima Cattedrale in pietra apparve nel 1162. La cattedrale che ammiriamo oggi è stata costruita in pietra bianca e mattoni all’inizio del XVI° secolo, ha un’altezza di 60 m. ed è coronata da cinque grandi cupole e l’architettura della Cattedrale ricorda molto da vicino alla omonima Cattedrale del Cremlino di Mosca. Per motivi politici, la Cattedrale della Dormizione fu chiusa nel 1935 e le sue attività ripresero nel 1991, ora appartiene alla Chiesa ortodossa russa. All’interno è conservato una imponente iconostasi del 1736, scolpita in stile barocco, ma molte icone sono state tolte, alcune per il restauro, altre sono finite nei musei di Mosca e San Pietroburgo. Nella Cattedrale della Dormizione è visibile l’ultimo importante dipinto prodotto dalla Confraternita di pittori di Kostroma e di Yaroslavl, guidati dal famoso pittore Gurij Nikitin nel 1659-1671, anche gli affreschi, purtroppo danneggiati da un incendio, sono giunti fino a noi. Il lavoro di restauro per ripulire gli affreschi ricoperti da diversi strati di pittura ad olio è ostacolato da un grave problema, le difficili condizioni di temperatura e di umidità presente nella Cattedrale. La maestosità, la grandezza del tempio sono impressionanti, ma le sue condizioni attuali danno l’impressine di completo abbandono.       Il Campanile della Cattedrale della Dormizione (1682- 1689) Il campanile, ma sarebbe più corretto dire i tre campanili sono i più famosi della Russia, subito dopo il Campanile di Ivan il Grande del Cremlino di Mosca, le sue campane sono del XVII° e XVIII°secolo, in tutto sono 15 campane e tutte hanno nomi propri e un suono diverso, la campana più grande ha il nome di Sysoy  e fu dedicata alla gloria del Metropolita Iona III°, il suo peso raggiunge le 32 tonnellate e Sysoy suona solo durante le festività religiose importanti, la collocazione del campanile in vicinanza dello spiazzo del laghetto interno permette di creare un ottimo effetto acustico, per la delizia dei turisti  si tengono concerti di campane.         La Chiesa della Resurrezione (1670) Sopra la Porta Santa del Cremlino di Rostov, che è dedicata proprio all’Ingresso del Signore a Gerusalemme si trova la bellissima Chiesa della Resurrezione di Cristo. La Chiesa della Resurrezione è situata tra due torri rotonde agli angoli delle mura del Cremlino, fu eretta come prima delle chiese personali del Metropolita di un grandioso progetto architettonico. Il dipinto delle pareti della Chiesa della Resurrezione è stata realizzata nel 1675 ed è uno degli affreschi più famosi dell’arte russa del XVII° secolo e gli storici dell’arte affermano che tra i possibili artisti che vi lavorarono si riconoscono le pennellate dei migliori artisti di quel tempo: Dmitrij Plekhanov, Sevastian Dmitriev, Gurij Nikitin e altri. Gli affreschi ricoprono l’intera superficie interna della Chiesa e si ha l’impressione di vedere un arazzo, i colori sono un po’ sbiaditi, il colore è tenue, delicato perché non sono stati mai restaurati, ma poiché c’è molta luce nelle gallerie, sono molto godibili. La parete orientale della Chiesa è dipinta come un’iconostasi, un modello che ricalca quelle  delle antiche chiese bizantine e caratteristici nelle chiese dell’antica Rostov.       La Chiesa del Salvatore a Senyakh (1675) La Chiesa del Salvatore a Senyakh è rinomata spesso come la perla del Cremlino di Rostov ed è la chiesa nella casa del vescovo di Rostov e dei metropoliti di Rostov. La data di costruzione è stata individuata nell’iscrizione sulla croce, che sorge sull’unica cupola della chiesa. La Chiesa si presenta con un’architettura severa e sobria e quasi priva di decorazioni, al suo interno si trova un caratteristico porticato sorretto dai pilastri dorati dove sopra è collocata una doppia iconostasi. Gli affreschi della Chiesa furono dipinti nel 1675 dal pope (prete) di

Tutaev: la città degli affreschi di Gurij Nikitin 

La città di Tutaev è nella Regione di Yaroslavl è situata sul fiume Volga, a 40 chilometri a nord-ovest del capoluogo regionale Yaroslavl, ed è una delle 12 città incluse nel percorso turistico dell’Anello d’Oro della Russia. L’origine della città è antica e all’origine portava i nomi di due Principi russi  santificati: Boris e Gleb, figli di Vladimiro il Santo Grande principe di Kiev, fatti uccidere in giovane età, nel 1015, dal fratello maggiore Svjatopolk (il Maledetto), succeduto al padre e uccise i fratelli per eliminare ogni possibile rivale. I due fratelli martiri furono canonizzati dalla Chiesa russa, di cui sono i due primi santi nazionali santificati da Papa Giovanni Paolo II° che li incluse nel Martirologio Romano. Le prime menzioni di insediamenti a Borisoglebsk apparvero nel 1238, quando la città di Yaroslavl fu attaccata dai mongoli e alcuni cittadini, in fuga dall’invasione, fuggirono in cerca di rifugio. Un giorno, il Principe di Uglich Roman Vasilevich, visitò Borisoglebsk e valutò utile creare un insediamento fortificato sull’altra sponda del fiume Volga e  fu così che intorno alla fortezza nacque la città, Romanov (di Roman). Il nome di Tutaev fu dato durante in occasione del primo anniversario della Rivoluzione d’Ottobre che con una solenne cerimonia fu presa la decisione di rinominare la città in onore di Ilya Tutaev, un eroe soldato dell’Armata Rossa morto nel 1918 durante la guerra civile tra le due fazioni (bianchi e rossi) della città di Yaroslavl. Da sempre la città si sviluppò sulle due sponde del fiume Volga su una sponda c’era la città di Romanov (città di Roman) sull’altra Borisoglebsk (la città di Boris e Gleb) e sono state sempre due città indipendente fino al 1822 quando lo Zar Alessandro I° per semplificare le risorse e migliorare l’economia nella gestione delle città, le due cittadine di Romanov e Borisoglebsk furono uniti sotto il nome di Romanov-Borisoglebsk La città pur inclusa nell’elenco degli insediamenti storici della Russia, ancora oggi non ha un ponte che colleghi i due insediamenti, per spostarsi sul Volga occorre prendere un traghetto. Perché visitare questa città? E’ per avere visione di paesaggi pittoreschi, ma soprattutto per la presenza di un gran numero di monumenti, patrimoni culturali con meravigliosi affreschi nelle chiese prodotte dalla mano di Gurij Nikitin, il pittore russo, riconosciuto come il più grande maestro dell’affresco e della pittura di icone della seconda metà del XVII° secolo. I suoi biografi raccontano del suo talento naturale e della sua abilità acquisita come allievo di un altro famoso pittore Simon Ushakov, che è riconosciuto un artista pari con i nomi dei famosi pittori russi: Andrei Rublev, Teofane il Greco e Dionisio. Gurij Nikitin viene menzionato dai critici d’arte moderni come inventore della “formula di Gurij Nikitin“, una combinazione di dare alle figure la loro rappresentazione plastiche con una particolare bellezza dovuta dall’eccellente capacità dell’artista di trasmettere il gioco del chiaroscuro, che trasforma le sue opere in veri capolavori che possiamo vedere nella Cattedrale dell’Arcangelo Michele nel Kremlino di Mosca, nella Chiesa della Trinità di Nikitniki nel quartiere di a Kitaj-Gorod a Mosca, nella Chiesa del Profeta Elia a Yaroslavl, nella Cattedrale della Dormizione al Cremlino di Rostov, nella Cattedrale della Trasfigurazione nel Monastero di Sant’Eutimio di Suzdal e gli affreschi del artista ci sono salvati nelle due cattedrali della città di Tutaev, mentre le sue icone oggi sono presenti nelle collezioni dei musei russi.   Sulle due rive del Volga Cattedrale della Resurrezione A Tutaev la Cattedrale della Resurrezione (1652—1687) posta sulla riva destra del Volga domina per la sua posizione su una collina e per le sue imponenti dimensioni, la Cattedrale fu eretta sul posto della vecchia Chiesa eretta nel 1238 e andata in rovina dedicata ai santi principi Boris e Gleb. La nuova costruzione iniziò nel periodo di massimo splendore dell’architettura in pietra bianca degli architetti di Yaroslavl, non solo per la raffinatezza delle mura, ma per le decorazioni fatte con piastrelle e la ricchezza degli affreschi esterni e interni, tanto da non essere meno importante delle più importanti Chiese di Mosca e di Yaroslavl. L’altezza della cattedrale, alla sommità della croce è di quasi 50 metri e sulle cornici sotto il tetto è presente un’ampia fascia di affreschi raffiguranti soggetti biblici. L’interno della Cattedrale è composto da due chiese, una superiore e quella sotto con le gallerie dipinte alla fine del XVII° secolo dei migliori pittori delle città di Kostroma, guidati dal famoso maestro Gurij Nikitin. A cavallo tra il XVII° e il XVIII° secolo, nella Cattedrale fu installata un’iconostasi a più livelli con una cornice intagliata di legno coperta d’oro, che rende l’insieme con gli affreschi un contesto artistico di notevole bellezza. Grazie al fatto che la Cattedrale non ha mai subito chiusure come altri templi ha potuto preservare la decorazione originali interne, nella chiesa si trovano oggetti sacri antichi: un crocifisso scolpito  nel XV° secolo  un esempio unico di scultura lignea russa inserita nell’icona “La passione di Cristo”, realizzata nel 1654. L’opera artistica più importante della Cattedrale è l’icona di tre metri “L’immagine del Salvatore misericordioso non fatta dalle mani“, dipinta nel XV° secolo dal monaco Dionisio Glushitskij e considerata miracolosa, molti devoti entrano in ginocchio sotto l’icona e genuflessi, percorrono un piccolo tunnel sotto l’immagine.   Cattedrale dell’Elevazione della Croce Nella riva sinistra del Volga si erige la Cattedrale dell’Elevazione della Croce (1658) che è il più antico tempio della città, ricostruito in pietra sul sito di una antica chiesa in legno del 1283 ed eretto dentro le mura di una antica fortezza (Cremlino), di cui purtroppo sono rimaste solo tracce. La Cattedrale fu costruita dai maestri di Yaroslavl ed è un bel esempio di architettura locale della metà del XVII° secolo e stupisce per gli ampi volumi dei locali principali e le possenti alte torri che sostengano, le enormi cupole a cipolla argentate. Le pareti della Cattedrale dell’Elevazione della Croce nel 1676 furono decorati degli affreschi da Gurij Nikitin che era a capo della Confraternita dei migliori pittori delle città di Kostroma e Yaroslavl. Gli affreschi sono

Vyatskoe: il villaggio dei 15 musei 

  Vyatskoe il Villaggio della Regione di Yaroslavl  dichiarato il primo tra più belli della Russia   Il Villaggio di Vyatskoe si trova nella parte orientale della regione a 30 chilometri dalla città di Yaroslavl e 300 chilometri da Mosca ed è una riserva di architettura rurale dei secoli XVIII-XIX che oggi è diventata meta di numerosi turisti. Il villaggio è un complesso urbanistico unico con oltre 53 monumenti architettonici d’eredità culturale, che in passato erano case di mercanti e contadini, case da tè e pubblici ospizi per i poveri. Il Villaggio di Vyatskoe è uno dei più antichi centri di insediamento dei “vecchi credenti“* nella provincia di Yaroslavl che da sempre si erano distinti per la loro solidarietà e operosità. I ricchi mercanti locali, dopo aver visitato Mosca e San Pietroburgo, costruirono le loro case rifacendosi a quelle che avevano visto.  Per merito della loro perizia artigianale nel corso dei secoli il villaggio di Vyatskoe ha acquisito la sua particolare immagine architettonica. Nel periodo sovietico Vyatskoe cadde gradualmente in rovina fino al 2006 quando una coppia di quella cittadina appassionati dalle antiche abitazioni  iniziarono i lavori di recupero e di restauro di diversi edifici. Le strutture restaurate con cura ha riportato il villaggio in un moderno complesso storico e culturale pieno di piccoli musei che hanno recuperato mobili, attrezzi, oggetti che risalgono alla fine dell’ottocento sino all’epoca sovietica. Ogni struttura riflette le specificità uniche del territorio, l’originalità e la ricchezza della cultura locale e tutte sono diventate une vera attrazione turistica con le relative infrastrutture turistiche. . Oggi nel villaggio sono presenti 15 piccoli musei con esposizioni uniche, i cui fondi contano più di 30.000 oggetti, alcune delle quali sono statti incluse nell’elenco dei Fondi dei Musei della Federazione Russa.    Tra le numerose collezioni di antiquariato interessanti sono le piccole costruzioni in legno situati sulle rive del fiume locale, non sono immediatamente visibili, perchè sembrano costruzioni abbandonate, invece sono parte del “Museo del bagno russo al fumo nero“. Il bagno al fumo nero veniva usato dagli antichi slavi per le pulizie del corpo e questo metodo è rimasto sino ad oggi nei piccoli villaggi delle campagne russe. Questi bagni sono stati portati nel Villaggio di Vyatskoe da luoghi diversi perché era abbastanza raro trovare una “Баня по-черному – bania po ciornomu” (bagno al fumo nero), perché oggi il 95% dei bagni producono l’acqua calda e il calore della stanza con il fumo bianco.  La principale differenza dalla bagno al fumo bianco e quello al fumo nero consiste, per il primo che la presenza un tubo per l’espulsione i fumi e i vapori va direttamente all’esterno, mentre il secondo il fumo generato durante la combustione del legno della stufa rimaneva nel locale, solo la porta di ingresso veniva accostata alla porta, così che il fumo si accumulava sulle pareti, solo quando tutto il fumo era uscito e il locale era caldo, si poteva iniziare a lavarsi. I vecchi bagni sono stati sempre funzionanti e lo sono ancora, le guide vi racconteranno come nel Villaggio di Vyatskoe i contadini curavano i malati con vapore caldo, e vi avvicinerannp alla storia e alle tradizioni della cultura russa che riguardano l’igene del corpo, per chi vuole c’è la possibilità di provare la famosa bania russa, almeno una volta nella vita si dovrebbe sperimentare come  l’aroma di una fraschette di betulla scaldata dal vapore diventa piacevole. Nel Villaggio di Vyatskoe si incontra uno dei principali ingredienti della gastronomia russa i cetrioli salati. Va ricordato che in Russia si preparano tutte le verdure sotto sale uno dei modi principali per conservarle per l’inverno. I cetrioli salati prodotti a Vyatskoe hanno la caratteristica di rimanere croccanti e forti di sapore con un gusto tipico e per queste particolarità erano noti in tutta la Russia fino alle montagne degli Urali. Il Villaggio Vyatskoe iniziò a rivendicare lo status di capitale del cetriolo a metà del XIX° secolo, infatti migliaia barili di cetrioli salati, furono portati sulla tavola imperiale di San Pietroburgo e sulle tavole degli aristocratici di Mosca, così come via mare arrivavano in Germania e in altri paesi europei che li apprezzavano. Vi suggeriamo di visitare il ristorante situato sulla piazza locale, che funge, anche da museo con una interessante collezione degli orologi d’epoca, ma soprattutto offre un intero menu vede la presenza costante del cetriolo e vi suggeriamo di ordinare:  antipasto l’insalata russa “Olivier” con cetrioli freschi di primo sale; primo piatto la famosa zuppa russa Rassolnik che deriva dalla parola “rassol”, ovvero la soluzione acquosa e salata delle verdure sott’aceto, esistono diverse maniere per la preparazione di questa zuppa con i cetrioli sotto aceto, nel ristorante di Vyatskoe la rassolnik è preparata in modo unico; secondo piatto i famosi pelmeni i ravioli russi fatti a mano, ma solo qui verranno serviti con pesto di cetrioli freschi! per finire il dessert con i famosi blini (creps) russi con la marmellata fatta di cetrioli. chiudete con un bicchierino di vodka locale al gusto di cetriolo!   Nel 2015, Vyatskoe ha vinto il primo concorso nazionale indetto per eleggere “Il villaggio più bello della Russia“, l’equivalente russo dell’associazione Les Plus Beaux Villages de France. Da quel giorno Vyatskoe è membro dell’Associazione dei più belli villaggi della Russia e porta con onore questo titolo e continua a svilupparsi turisticamente, infatti tutti i suoi abitanti, in un modo o nell’altro, prendono parte attiva al miglioramento dell’esposizione del villaggio e questo avviene particolarmente durante le feste folcloristiche. Nel 2019, Vyatskoe è stato incluso nell’elenco preliminare dei siti del patrimonio mondiale dell’UNESCO per diventare un sito culturale riconosciuto. Venire in questo luogo dà un’incredibile sensazione di vedere un vero villaggio russo, che non è intimorito dalla sua dimensione e della sua genuinità e del recupero delle cose povere, ma che stupisce con le sue vedute pittoresche e un’incredibile sensazione di tranquillità quotidiana capace di interrompere il trambusto della modernità. Qui sarai accolto come ospite d’onore e si potrà scoprire la generosità dell ospitalità russa! *Un movimento religioso russo che nel

Pereslavl e i luoghi sacri di Ivan il Terribile 

Pereslavl Zalesskij è una città della Regione di Yaroslavl situata sulle coste meridionali del lago di Pleshcheyevo e un sito turistico importante sul percorso dell’”Anello d’Oro”. Pereslavl venne fondata dal Principe Jurij Dolgorukij, nel 1152, cinque anni dopo che fondò Mosca e fu subito una grande città importante come le altre coeve Vladimir, Yaroslavl, Smolensk, Novgorod, mentre Mosca era ancora un villaggio. Il Principe Dmitrij, figlio di Alexander Nevskij, durante il periodo della divisione territoriale del Principato di Pereslavl nei feudi, decise di dichiarare la città di Pereslavl come la capitale di un nuovo feudo formato dai territori della Rus’ di Kiev nordorientale (il nucleo territoriale del moderno stato russo). Il nome Pereslavl fu dato per onorare una delle città più antiche del Principato della Rus’ di Kiev, Perejaslavl fondata nel 907 (oggi con il nome Perejaslavl-Khmelnitskij, nella Regione di Kiev, in Ucraina, dato nel 1943). Il secondo nome aggiunto “Zalesskij” è dovuto al fatto che il termine “zalesje”, indica, “al di là della foresta” e Pereslavl era ed è circondata dai boschi. Il tempo con qualche città è crudele, una storia di potenza, nel passato ed oggi è una piccola città nella Regione di Yaroslavl, ma la sua importanza non diminuisce in alcun modo, perché rimane uno dei centri della storia culturale russa. A Pereslavl-Zalesskij sono presenti più antichi monasteri russi, con più di cinquanta siti religiosi, tra Cattedrali, Chiese e Cappelle, loghi, che occupano un posto speciale nel destino dello Zar russo Ivan Vasilyevich “il Terribile”.       La Cattedrale di Spaso-Preobrazhenskij La Cattedrale di Spaso-Preobrazhenskij fu fondata nel 1152 -1157 dal Principe Yuri Dolgoruky e fa parte delle cinque chiese costruite in pietra bianca a secco in Russia, in questa Cattedrale furono battezzati molti principi di Pereslavl, tra cui Alexander Nevskij. Lo Zar Ivan il Terribile visitava spesso la Cattedrale che rappresentava il luogo più antico del potere dei monarchi russi, poiché era quello il luogo dove avvenne la consacrazione e l’incoronazione del primo principe della nuova Russia, pretendeva che tutti i Boiardi della sua Corte pregassero insieme a lui quando era a Pereslavl. Questa è la chiesa più antica della regione di Yaroslavl.         Il monastero di Troitse-Danilov Il Monastero maschile di Troitse-Danilov fu fondato nel 1508 dal monaco Daniel, confessore del Granduca di Mosca Vasilij III°. Il 25 agosto 1530 nacque il primogenito del Principe di Mosca Vasilij III° un figlio molto atteso e per avere una discendenza divorziò dalla prima moglie, perché sterile dopo venti anni di matrimonio e l’anziano monaco Daniel, secondo la cronaca, divenne il padrino del bambino Ivan IV°, conosciuto con il soprannome di Terribile, il primo Zar della Russia. Nel 1532, in onore della nascita dell’erede nel monastero di Troitse-Danilov fu eretta la Cattedrale della Trinità, il Granduca chiamò per dirigere i lavori il famoso architetto della città di Rostov, Grigorij Borisov che costruì la Chiesa. L’interno della cattedrale fu dipinto da una Confraternita di pittori di Kostroma e di Yaroslavl, guidati da Gurij Nikitin e Sila Savin nel 1662-1668, la parete occidentale della Cattedrale è decorata con un affresco raffigurante il Giudizio Universale e sulle pareti laterali si possono vedere scene bibliche derivanti dalla storia di Lot e delle sue figlie. Una forte impressione è data dall’immagine del Cristo Pantocratore, realizzata nell’intera cupola del tempio. Gli affreschi della Cattedrale della Trinità sono considerati una delle opere più significative della scuola di iconografia di Kostroma e Yaroslavl della seconda metà del XVII° secolo sopravvissute fino ai nostri giorni.       Cappella “La Croce” Prima di entrare a Pereslavl sulla strada che da Mosca porta a Yaroslavl c’è una cappella in pietra bianca che si chiama “La Croce“, secondo la leggenda, nel 1557 il giovane Zar Ivan IV° Vasilyevich e sua moglie Anastasia Romanovna erano in pellegrinaggio al Monastero di Nikitskij di Pereslavl e sulla via del ritorno, la zarina fu colta dalle doglie e per fortuna il parto andò bene e nacque il terzo figlio. In onore di questo evento fu costruita una cappella in legno, mentre la cappella in pietra che vediamo oggi è stata costruita nel XVII° secolo.         Il monastero Fiodorovskij  Il Monastero femminile Fiodorovskij fu costruito nel 1304, sul luogo della battaglia tra il Principe di Mosca Yurij Danilovich contro il Principe di Tver, suo antagonista nelle conquiste territoriali, nel giorno che ricorreva la festa in memoria del Santo Martire Teodoro (in russo Fiodor) lo Stratilate, un generale romano cristiano fatto uccidere dall’Imperatore Licinio nel 319 d.c. Questa battaglia, che si concluse con la vittoria delle truppe di Mosca a di Pereslavl, fu riconosciuta dal Principe come una predestinazione al futuro destino della Russia, guidata dal Principato di Mosca. La cattedrale fu eretta per ordine e a spese dello Zar Ivan il Terribile nel 1557 in omaggio alla nascita di suo figlio al quale aveva dato il nome Fiodor in onore del Santo Teodoro lo Stratilate, che era particolarmente venerato nella Russia dell’epoca. Fiodor I° (Teodoro il Beato) nel 1584 divenne l’erede al trono reale dopo la morte di suo fratello Ivan Ivanovič che la leggenda racconta morire per una ferita inflitta da suo padre Ivan il Terribile. L’edificio più antico sul territorio del monastero è la Cattedrale di Teodoro lo Stratilate. Nonostante il tempio sia stato ricostruito più volte, è stato in in grado di preservare il suo aspetto originale, che lo ha reso uno dei monumenti architettonici unici del XVI° secolo. La cattedrale è stata affrescata tre volte nei periodi diversi, ma a causa di incendi che si sono susseguiti nel tempo, sono parzialmente conservati solo gli affreschi realizzati negli anni ’30 del XIX° secolo dal pittore Timofej Medvedev. Sono attualmente in corso il restauro degli affreschi e la ricostruzione dell’iconostasi in stile barocco.         Il monastero di Nikitskij  Il monastero maschile di Nikitskij è situato alla periferia nord della città di Pereslavl sulle rive del lago Pleshcheevo ed è uno dei monasteri più antichi della Russia, intitolato al Santo Martire Nikita di Gotfskij vissuto

Il “Parco russo” della città di Pereslavl-Zalesskij

La città di Pereslavl-Zalesskij è a circa un’ora e mezzo in auto o di pullman sulla strada che da Mosca arriva a Yaroslavl, sulla rotta turistica dell’”Anello d’Oro” prendendo l’autostrada M-8. La città è tra le più rinomate del circuito turistico per le sue antiche Cattedrali, Monasteri e Chiese, ma anche per i suoi monumenti naturali e storici. Ci permettiamo, per i turisti che intraprendo questo viaggio di visitare questa città, di includere una visita al “Parco russo”, perché vale la pena di vedere storia e costumi della russia e utilizzare i ristoranti che preparano una vera cucina russa di qualità.       Il “Parco russo” è un sito turistico che presenta in un unico sito una raccolta di tradizioni e rituali del patrimonio culturale russo che vanno dal XIX° al XX° Sec. Un patrimonio fortemente conservato dai protagonisti che con il loro lavoro vogliono preservare tradizioni e costumi di un tempo che fu. L’esposizione dei materiali raccolti e gli spettacoli della tradizione russa sono state raccolte con aiuto di scienziati dalla Università di Mosca, che sono riusciti a dare a questo sito turistico un livello non solo divertente, ma un sito museale etnografico in grado di far conoscere le belle tradizioni russe. Qui incontriamo le case in legno dipinte con delicati colori pastello, cosi gli interni, ma quello che stupisce è la presenza dei meravigliosi merletti che ornano le finestre e le porte delle case, potete chiedere di visitare queste abitazioni e sarete ospiti graditi. Ci sono diversi musei che espongono più di 1.000 oggetti: dagli strumenti musicali popolari russi, miniature in legno, alle casette di legno per gli uccelli, agli articoli per la casa e molto altro. Potete visitare i laboratori li presenti dove si può vedere come i maestri artigiani riescono a costruire i loro oggetti e a garantire la continuità della tradizione dell’artigianato russo della fabbricazione di bambole, di amuleti, della lavorazione di oggetti in argilla, delle decorazioni dei giocattoli di legno. Nel cortile “cosacco” sarete invitati a cavalcare un cavallo o fare un giro su un carro trainata da cavalli o provare la vostra abilità nel lancio di un’ascia o imparare a maneggiare una frusta. Il “Parco Russo” ospita regolarmente eventi, festival, spettacoli della tradizione russa e balli tradizionali, dove sicuramente sarete coinvolti. Per il pranzo non vi preoccupate nel parco è operativa una “Ryapushka” una tipica trattoria che ha il nome dell’unico pesce che si pesca solo nel lago di Pleshcheyevo e da nessun’altra parte della Russia e apprezzato dallo Zar Pietro I°, quando in questo lago costruiva la prima flotta russa. Non si mangia solo pasce gli ospiti possono gustare piatti tradizionali preparati nel vero forno russo a legna e vi consigliamo di assaggiare, oltre al pesce “ryapushka”, gli altri piatti tradizionali come il borsch e i diversi tipi di stufati con vari tipi di carne. Il “Parco Russo” è un ottimo posto dove trascorrere un paio d’ore per rilassarsi e mangiare, perchè si trova a metà strada del viaggio dalla capitale della Russia, alla capitale del famoso itinerario turistico “Anello d’Oro”.       Informazioni PRATICHE Indirizzo:152020, via Moskovskaya, 158 Pereslavl-Zaleskij, Regione Yaroslavl Telefono : +7 (48535) 6-33-88, +7 (915) 964-34-87. Sito web: http://www.ruparkru.com/. Orari d’apertura: Mercoledì – domenica:  10:00 –18:00 – Chiuso: Lunedì, martedì Costo biglietto: Intero: 300 ₽ -€. 3,50 – Bambini (7 –14): 150 ₽ -€. 1,70

Rybinsk ritorno al passato, c’è l’URSS

Gita nella città di Rybinsk, Regione di Yaroslavl Rybinsk è la seconda città per numero di abitanti della regione di Yaroslavl e si trova a 75 km dal capoluogo regionale Yaroslavl . Nel 1986 la città di Rybinsk è stata meritatamente inclusa nell’elenco delle città storiche della Russia e lanciata verso un meritato riconoscimento nell’itinerario turistico dell’Anello d’Oro e delle crociere sul Fiume Volga. La città di Rybinsk è sorta dopo Yaroslavl (1010) e la prima menzione del villaggio di pescatori, situato all’incrocio dei due fiumi Volga e Sheksna, risale al 1071. Grazie a questa posizione strategica Rybinsk ricevette lo status di città mercantile nel 1777 con il decreto di Caterina II° grazie al fatto che la rotta commerciale del Volga utilizzava l’attracco della città.     Perché suggeriamo di visitare la città, siamo sicuri che ai turisti che sono interessati a vedere qualcosa di interessante di una cittadina dell’entroterra della Russia gli indichiamo un luogo con i suoi panorami singolari che garantiscono alla parte centrale della città di ammirare uno stile architettonico che sta scomparendo quello stile russo della fine del Sec XIX° e quello dell’inizio del XX° che riguardavano le città russe del periodo della Rivoluzione d’Ottobre.   Nel 2018, la città ha subito un interessante restauro del suo centro storico, il luogo dove si è svolta la vita più turbolenta del periodo pre-rivoluzionario, infatti i lavori eseguiti, hanno rimesso in luce i canoni architettonici e cromatici delle città russe del XIX° secolo, con un’attenzione all’arredamento delle facciate degli edifici, soprattutto quelli della via centrale. L’attenzione al  quadro generale è stato l’impegno maggiore per dare credibilità alle atmosfere che si voleva recuperare, tanto che i cartelli pubblicitari e informativi, sono stati realizzati a mano su basi di legno, secondo la tecnologia originale dell’epoca preservando l’antica grafia russa.   La città di Rybinsk permetterà al turista interessato, un vero salto all’indietro del tempo, dal XIX° secolo all’URSS del periodo stalinista e il Parco “Era sovietica” aiuterà a vivere una emozione. A tre chilometri dalla città di Rybinsk è presente un grande bacino idrico, che secondo i piani del governo comunista dell’epoca doveva diventare il più grande lago artificiale del mondo, come estensione della sua superficie. Dal 1935 al 1955 iniziarono i lavori per la costruzione di una centrale idroelettrica, per questo fu fondato un villaggio, destinato ai costruttori e ai dipendenti della centrale.     La costruzione della stazione fu effettuata, principalmente dalle braccia dei prigionieri entrambi i sessi finiti nei Gulag, dove la direzione dei campi e dei luoghi di detenzione era sotto il controllo dell’NKVD del Ministero degli affari interni Essendo un lago artificiale la storia dei lavori per la realizzazione di questo impianto è molto tragica, per realizzare l’ambizioso progetto ben 130.000 persone di più di 700 villaggi e un’intera città hanno dovuto essere trasferiti in nuovi luoghi, lasciando le loro case. Una volta riempita la conca del bacino idrico di Rybinsk, gli edifici residenziali, gli edifici amministrativi, le chiese sono finite sott’acqua e durante il periodo del livello basso del lago riaffiorano sulla superficie le cupole di una antica Chiesa.           Nel 1953 su una stretta lingua di sabbia che sporgeva sul bacino idrico di Rybinsk, fu innalzato un monumento alto 17 metri raffigurante: “Madre Volga”, ma al posto di quella statua doveva essere allocato un altro famoso monumento “Operaio e contadina” che era stato collocato nel padiglione dell’URSS nell’Expo di Parigi del 1937, dove oggi è visibile nel parco VDNKh a Mosca. Il sogno della grande costruzione del comunismo non è durato per molto, la stazione ha funzionato a pieno regime dal 1946 al 1957e oggi è utilizza come riserva d’acqua di emergenza. Nel centro di Rybinsk, nell’edificio della ex Chiesa Tikhvin, è stato aperto un Museo, dove si possono vedere molte fotografie e documenti che raccontano la storia del cantiere del bacino idrico, la tragedia delle persone che hanno dovuto lasciare le loro case e quello dei prigionieri dei gulag. Nel 2012 è stato deciso di trasformare l’insediamento lavorativo di GES-14 in un’attrazione turistica come museo a cielo aperto. Le case a due piani che hanno quasi 90 anni, sono tutte abitate e conservate nel loro aspetto originario, ideali per foto che vogliono riprendere antiche atmosfere del periodo sovietico, tanto da sembrare vecchie fotografie di tempi passati .       L’edificio della “Casa della Cultura”, è diventato il museo in grado di rappresentare lo spirito dei quel tempi, aperto dalle ore 10 alle ore 17 (ultimo ingresso) tutti i giorni: Al piano terra funziona un cinema, dove si possono vedere i film che andavano per la maggiore in quell’epoca;     Salendo al secondo piano, i visitatori possono entrare in un ufficio vero di un funzionario del partito sovietico (commissario del popolo);     Nella mensa dove pranzavano gli operai la “stolovaya” si possono assaggiare i semplici dolci russi come: la vatrushka (una focaccina lievitata a forma di ciambella con un ripieno cremoso di ricotta) e pirojki (piccoli fagottini cotti al forno o fritti con ripieni vari);     Al terzo piano si trova un appartamento condominiale che i russi chiamano “Kommunalka”, un tipo di abitazione, che per i primi quarant’anni di vita dell’Unione Sovietica, permetteva a più nuclei familiari di avere un tetto, ma i servizi, la cucina e il corridoio erano condivisi, si  occupava – in forma privata – uno o due stanze, secondo il nucleo familiare.   Nella sala espositiva “Simboli dell’era sovietica“ si trova una collezione di manufatti di epoca sovietica, comprensiva di una esposizione “Giocattoli della mia infanzia“.     Si può arrivare nella città di Rybinsk da Yaroslavl in treno, autobus, auto, ma anche navigando sul Volga utilizzando il traghetto ad alta velocità “Meteor” (Partenza dalla Stazione fluviale di Yaroslavl tutti i giorni alle 14.10, arrivo a Rybinsk alle 16:00, attenzione il ritorno è la mattina successiva alle ore 10,40 per essere a Yaroslavl alle 12,20. Una alternativa c’è, se vi fate affascinare da una vecchia locomotiva a vapore per raggiungere la

La Piazza delle Cattedrali, nel Cremlino di Mosca

La fortificazione del Cremlino, eretta per ordine di Ivan III° nel 1485-1516 dai i maestri “fryazh” (nome russo utilizzato per molti architetti del Sud Europa di origine italiana e derivato dal nome russo di  Aleviz Fryazhin-Aloisio da Milano- chiamato per primo a svolgere il suo lavoro di architetto), che hanno lavorato in Russia dal XV° al XVI° secolo e i loro nomi sono ricordati dalle cronache come: Marko Fryazhin, Anton Fryazhin e Pietro Antonio Solari. Nel corso di diversi secoli, il Cremlino è stato molte volte ricostruito e oggi il suo aspetto è percepito come uno splendido sito turistico, piuttosto che come una fortezza a difesa di una città. All’interno delle sue mura ci sono monumenti, palazzi e cattedrali edifici unici di epoche diverse! Il centro del Cremlino è la Piazza della Cattedrali dove si trova il Duomo del Cremlino di Mosca – il luogo dove si trovano le Chiese più importanti di Mosca ed è il centro storico e architettonico del Cremlino e da sempre qui si sono svolte le solenni processioni cerimoniali in occasione dell’ascesa degli Zar al regno, con l’incoronazione degli imperatori russi. Oggi, l’insieme della Piazza della Cattedrale comprende: Le Cattedrali della Dormizione, dell’Annunciazione, dell’Arcangelo Michele; Il Palazzo delle Faccette; La Chiesa della Deposizione della Veste; La Camera d’oro della Zarina e le sue Chiese nel Palazzo; Le Camere del Patriarca con la Chiesa dei Dodici Apostoli; Il complesso del campanile di Ivan il Grande.   Cattedrale della Dormizione (1475-1479)  La Cattedrale della Dormizione fu costruita sul posto della vecchia cattedrale del 1326 andata in rovina e per i lavori fu chiamato Aristotele Fioravanti, famoso architetto ed ingegnere di Bologna, che avrebbe dovuto costruire la Cattedrale seguendo il modello della cattedrale di città Vladimir (1160), con riferimenti rinascimentali, ma fusi con la tradizione russa, nacque così la nuova Cattedrale principale, molto luminosa e spaziosa. Nel 1547 qui si svolse l’incoronazione del primo Zar di Russia, Ivan il Terribile e a partire dal 1721 fu la sede religiosa di tutte le incoronazioni imperiali. Oggi è il principale simbolo spirituale di Mosca e il più antico edificio della città e degli oggetti antichi interni sono sopravvissuti l’iconostasi del XVII° secolo e le pitture interne dello stesso periodo, nel 1990 la cattedrale è stata restituita alla Chiesa Ortodossa Russa e riaperta al culto, anche se al suo interno ospita un grande museo con la benedizione del Patriarca. La Cattedrale è stata presa dagli architetti, come punto centrale per la costruzione degli altrri edifici del complesso interno del Cremlino, infatti su ogni lato ad una distanza uguale sono state collocate le prime sette torri.   La Cattedrale dell’Annunciazione (1484-1489) La Cattedrale dell’Annunciazione è una Chiesa con nove cupole dorate, fu eretto sul sito di una precedente tutta in legno. Costruito nel 1416 dai maestri artigiani delle città di Pskov Krivtsov e Myshkin e per molti anni è stata la Chiesa dove veniva battezzata la dinastia reale. La Cattedrale dell’Annunciazione è composta da più edifici di epoche diverse, armoniosamente amalgamati tra loro. Si racconta un aneddoto sullo Zar Ivan il Terribile che dopo il quarto matrimonio –  ce ne saranno sei – avendo superato i canoni ortodossi, per i sacerdoti non aveva più il diritto di frequentare la Chiesa, per le funzioni religiose e per questo, fu aggiunto un portico speciale, non si sa per impedire allo Zar di frequentare o non essere visto dal popolo che lo frequentava. L’iconostasi di cinque livelli è la più antica della Russia è sono visibili icone di diverse epoche, dal quattordicesimo al diciannovesimo secolo, sono presenti icone realizzate da Andrej Rublëv, Teofane il Greco e Prokhor. Le pareti contengono frammenti di affreschi murali, dipinti da Teodosio (1508) e altri risalenti alla seconda metà del sedicesimo, del diciassettesimo e diciannovesimo secolo, nel seminterrato della Cattedrale è presente una mostra permanente di icone del XIV°-XVI° secolo, con alcune vestigia dell’interno della Cattedrale risalente al tempo di Ivan il Terribile, contenenti gioielli, armi e altre rarità trovate durante gli scavi.   Cattedrale dell’Arcangelo Michele (1505-1508) La Cattedrale dell’Arcangelo si trova sul sito dell’omonima cattedrale in legno della metà del XIII° secolo e dell’edificio in pietra che la sostituì nel 1333. La cattedrale ha ricevuto il suo aspetto attuale durante il regno dello Zar Ivan III°. La costruzione della nuova Cattedrale è stata eseguita dall’architetto italiano Aloisio Nuovo (noto in Russia con il nome di Aleviz Frjazin Novyj), sono riconoscibili i motivi dell’architettura del Rinascimento italiano, in particolare è evidente la sua somiglianza con la chiesa di Santa Maria dei Miracoli a Venezia. Gli affreschi della Cattedrale dell’Arcangelo Michele sono stati realizzati nel periodo che va dal 1652 al 1666 dai migliori pittori di icone dell’Armeria: Gurij Nikitin, Jakov di Kazan’, Stepan di Rjazan’ e Iosif Vladimirov. La Cattedrale ha un’iconostasi dorata in legno scolpito di tredici metri d’altezza, con icone risalenti al 1679-1681 e lampadari a bracci del XVII° secolo, l’icona più antica è “Arcangelo Michele nei fatti” dipinta dal maestro russo I. Nedumov alla fine del XIV° secolo. La cattedrale ha una necropoli in cui sono sepolte le ceneri di molti personaggi storici della Russia che risalgono dal XIV° al XVIII° secolo, ben 53 tombe reali di principi e Zar russi.   Il Palazzo delle Faccette (1487-1492) Il Palazzo delle Faccette – Palazzo Granovitij, fu costruito in pietra, per ordine dello Zar Ivan il Grande, dagli architetti italiani Aristotile Fioravanti, Marco Ruffo e dallo svizzero-italiano Pietro Antonio Solari per sostituire gli edifici in legno, che venivano ricostruiti continuamente, distrutti dagli innumerevoli incendi che si ripetevano spesso. Il nome “Faccette” del Palazzo deriva dalla decorazione murale in pietra, con spigoli vivi sporgenti, che erano di moda in Italia in quel periodo e in effetti ricorda proprio il Palazzo dei Diamanti di Ferrara con il suo caratteristico bugnato a punta di diamante. L’attuale Palazzo Granovitij è una parte superstite di un grande palazzo costruito dagli architetti italiani che all’epoca di Ivan il Grande erano una presenza massiccia a Mosca e impegnati per varie attività commissionate dall’aristocrazia russa. Il Palazzo era